D-6853/2011 - Abteilung IV - Asilo (non entrata nel merito / nuova procedura d'asilo per la Svizzera) e allontanamento - Asilo (non entrata nel merito) ed allontanamento; ...
Karar Dilini Çevir:
D-6853/2011 - Abteilung IV - Asilo (non entrata nel merito / nuova procedura d'asilo per la Svizzera) e allontanamento - Asilo (non entrata nel merito) ed allontanamento; ...
Bundesve rwa l t ungsge r i ch t
T r i buna l   adm in i s t r a t i f   f édé ra l
T r i buna l e   ammin i s t r a t i vo   f ede ra l e
T r i buna l   adm in i s t r a t i v   f ede ra l
   
Corte IV
D­6853/2011
Sen t e n z a   d e l   2 8   d i c emb r e   2 0 1 1
Composizione Giudice Daniele Cattaneo, giudice unico,
con l'approvazione del giudice Thomas Wespi;
cancelliera Zoe Cometti.
Parti A._______, nata il (…),
Etiopia, alias
B._______, nata il (…),
Stato sconosciuto, alias
C._______, nata il (…), alias
D._______, nata il (…),
Eritrea,
ricorrente,
contro
Ufficio federale della migrazione (UFM),
Quellenweg 6, 3003 Berna,
autorità inferiore.
Oggetto Asilo (non entrata nel merito) ed allontanamento;
decisione dell'UFM del 12 dicembre 2011 / N […].
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Visto:
la  prima  domanda  d'asilo  che  l'interessata  ha  presentato  in  data 
22 maggio 2011 in Svizzera;
la  decisione  del  5 agosto 2011  dell'Ufficio  federale  della  migrazione  (di 
seguito:  UFM),  notificata  alla  richiedente  l'8 agosto 2011  e  cresciuta  in 
giudicato,  con  la  quale  detto  Ufficio  non  è  entrato  nel  merito  della 
menzionata  domanda  ai  sensi  dell'art. 32  cpv. 2  lett. a  della  legge 
sull'asilo  del  26 giugno 1998  (LAsi,  RS 142.31)  ed  ha  ordinato 
l'allontanamento  dell'interessata  dalla  Svizzera  e  l'esecuzione 
dell'allontanamento medesimo, siccome lecita, esigibile e possibile;
la seconda domanda d'asilo che la richiedente ha presentato in Svizzera 
in data 8 settembre 2011;
il  verbale d'audizione sulle generalità del 19 settembre 2011  (di  seguito: 
verbale 1),  il  verbale  dello  stesso  giorno  in  occasione  del  quale  è  stato 
concesso  all'interessata  il  diritto  di  essere  sentito  in  merito 
all'applicazione  dell'art. 32  cpv. 2  lett. e  LAsi  (di  seguito:  verbale 2), 
nonché  il  verbale  sui  motivi  d'asilo  del  20 settembre 2011  (di  seguito: 
verbale 3);
la decisione del  12 dicembre 2011 dell'UFM, notificata alla  richiedente  il 
13 dicembre 2011 (cfr. e­mail dell'UFM del 21 dicembre 2011 ed il relativo 
Track & Trace), con  la quale detto Ufficio non è entrato nel merito della 
seconda  domanda  d'asilo  dell'interessata  in  applicazione  dell'art. 32 
cpv. 2  lett. e  LAsi,  pronunciando  il  suo  allontanamento  dalla  Svizzera, 
rispettivamente  l'esecuzione  di  tale  misura  siccome  lecita,  esigibile  e 
possibile;
il  ricorso del 20 dicembre 2011 (cfr.  timbro del plico  raccomandato; data 
d'entrata: 21 dicembre 2011) dell'insorgente;
l'incarto originale dell'UFM pervenuto al Tribunale amministrativo federale 
(di seguito: il Tribunale) il 21 dicembre 2011;
ulteriori  fatti  ed  argomenti  addotti  dalle  parti  negli  scritti  che  verranno 
ripresi nei considerandi qualora risultino decisivi per l'esito della vertenza;
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e considerato:
che  le procedure  in materia d'asilo  sono  rette dalla  legge  federale  sulla 
procedura amministrativa  del  20 dicembre 1968  (PA, RS 172.021),  dalla 
legge  sul  Tribunale  amministrativo  federale  del  17 giugno 2005  (LTAF, 
RS 173.32) e dalla legge sul Tribunale federale del 17 giugno 2005 (LTF, 
RS 173.110), in quanto la LAsi non preveda altrimenti (art. 6 LAsi);
che  fatta eccezione delle decisioni previste all'art. 32 LTAF,  il Tribunale, 
in  virtù  dell'art. 31  LTAF,  giudica  i  ricorsi  contro  le  decisioni  ai  sensi 
dell'art. 5 PA prese dalle autorità menzionate all'art. 33 LTAF;
che l'UFM rientra tra dette autorità (art. 105 LAsi);
che l'atto impugnato costituisce una decisione ai sensi dell'art. 5 PA;
che  la  ricorrente  ha  partecipato  al  procedimento  dinanzi  all'autorità 
inferiore, è particolarmente toccata dalla decisione impugnata e vanta un 
interesse degno di protezione all'annullamento o alla modificazione della 
stessa  (art. 48  cpv. 1  lett. a­c  PA),  e  che  è  pertanto  legittimata  ad 
aggravarsi contro di essa;
che i requisiti relativi ai termini di ricorso (art. 108 cpv. 2 LAsi), alla forma 
ed al contenuto dell'atto di ricorso (art. 52 PA) sono pure soddisfatti;
che occorre pertanto entrare nel merito del ricorso;
che  i  ricorsi manifestamente  infondati,  ai  sensi  dei motivi  che  seguono, 
sono decisi  in  procedura  semplificata  (art. 111a LAsi)  dal  giudice unico, 
con  l’approvazione  di  un  secondo  giudice  (art. 111  lett. e  LAsi)  e  la 
decisione è motivata soltanto sommariamente (art. 111a cpv. 2 LAsi);
che,  ai  sensi  dell’art. 111a  cpv. 1  LAsi,  si  rinuncia  allo  scambio  degli 
scritti;
che, nell'ambito dell'audizione sommaria, al contrario di quanto dichiarato 
in  occasione  della  prima  procedura  d'asilo,  la  richiedente  ha  indicato  di 
essere  cittadina  etiope,  nata  e  cresciuta  in  un  piccolo  villaggio  etiope 
chiamato E._______ (cfr. verbale 1, pagg. 1 seg.; act. A 3/13);
che ella ha affermato di non essere mai rientrata nel suo Paese d'origine, 
dopo  la  conclusione  infruttuosa  della  sua  prima  procedura  d'asilo  in 
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Svizzera,  di  essere  da  allora  rimasta  su  suolo  svizzero  (cfr.  verbale 1, 
pag. 11 e verbale 2, pag. 1);
che  l'interessata  ha  dichiarato  che  i motivi  d'asilo  della  prima  domanda 
d'asilo  non  sarebbero  veritieri  ed  avrebbe  dunque  indicato  solo  nella 
presente  procedura  i  suoi  veri  motivi  d'asilo  (cfr.  verbale 1,  pag. 7  e 
verbale 2, pag. 1 seg.);
che, nella decisione del 12 dicembre 2011,  l'UFM ha considerato, da un 
lato,  che  la  precedente  procedura  d'asilo  sarebbe  definitivamente 
conclusa  e  che  a  causa  del  comportamento  non  collaborativo  della 
richiedente,  non  si  sarebbe  potuto  procedere  all'ascolto  con 
approfondimento  dei  suoi  motivi  d'asilo;  che,  l'UFM  avrebbe  informato 
invano  a  più  riprese  l'interessata  dell'importanza  dell'audizione  federale 
per  la sua procedura d'asilo, nonché del  suo dovere di  collaborare;  che 
nonostante  la  reticenza  nell'esprimersi  durante  detta  audizione,  l'Ufficio 
avrebbe  potuto  comunque  giungere  alla  conclusione  che  i  nuovi  fatti 
addotti dall'istante non sarebbero propri a motivare la qualità di rifugiato o 
determinanti  per  la  concessione  della  protezione  provvisoria,  e  meglio 
che i motivi invocati nella nuova procedura d'asilo sarebbero inverosimili;
che, di conseguenza, l'UFM non è entrato nel merito della citata domanda 
ai  sensi  dell'art. 32  cpv. 2  lett. e  LAsi;  che  l'autorità  inferiore  ha  pure 
pronunciato  l'allontanamento  dell'interessata  dalla  Svizzera  e  la  sua 
esecuzione verso l'Etiopia siccome lecita, esigibile e possibile;
che,  nel  ricorso,  l'insorgente  ha  indicato  che  in  occasione  della  prima 
procedura  avrebbe  mentito  seguendo  erroneamente  delle  indicazioni 
ricevute da terze persone che l'avrebbero convinta a dichiarare di essere 
di  origini  eritree  per  poter  restare  in  Svizzera;  che,  la  mancata 
collaborazione  della  ricorrente  non  potrebbe  esserle  imputata  in  quanto 
sarebbe un atteggiamento frutto di un forte disagio psichico; che, quindi, 
con  l'interruzione dell'audizione federale,  l'UFM ha deciso di non entrare 
nel  merito  sulla  base  di  una  fase  istruttoria  incompleta  e  di  un 
accertamento  incompleto  dei  fatti  rilevanti;  che,  per  esempio,  avrebbe 
dovuto stabilire se gli episodi di violenza sessuali a cui ha fatto riferimento 
la ricorrente nel corso della prima procedura d'asilo si sarebbero verificati 
realmente;  che  l'UFM,  invece di  constatare una violazione del divieto di 
collaborare avrebbe dovuto procedere alla perizia psichiatrica, consigliata 
tra  l'altro dal  rappresentante dell'opera sociale;  che,  infine, ella sostiene 
che  il  suo  rimpatrio  costituirebbe  una  violazione  dell'art. 3  della 
Convenzione  per  la  salvaguardia  dei  diritti  dell'uomo  e  delle  libertà 
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fondamentali del 4 novembre 1950 (CEDU, RS 0.101) e che al momento 
attuale il rinvio della ricorrente non sarebbe ragionevolmente esigibile;
che,  in  conclusione,  l'insorgente  ha  chiesto,  in  via  principale, 
l'annullamento  della  decisione  impugnata,  la  restituzione  degli  atti  di 
causa  all'UFM per  ulteriori  indagini  e,  in  via  sussidiaria,  la  concessione 
dell'ammissione  provvisoria;  che  ha,  altresì,  presentato  una  domanda 
d'esenzione  dal  versamento  di  un  anticipo  a  copertura  delle  presunte 
spese processuali;
che,  giusta  l'art. 32  cpv. 2  lett. e  LAsi,  non  si  entra  nel  merito  di  una 
domanda d'asilo  se  il  richiedente è già  stato oggetto  in Svizzera di  una 
procedura d'asilo terminata con decisione negativa o durante la pendente 
procedura d'asilo è rientrato nel Paese d'origine o di provenienza, a meno 
che  non  vi  siano  indizi  che  nel  frattempo  siano  intervenuti  fatti  propri  a 
motivare  la  qualità  di  rifugiato  o  determinanti  per  la  concessione  della 
protezione provvisoria;
che,  preliminarmente,  il  Tribunale  osserva  che  la  precedente  procedura 
d'asilo si è definitivamente conclusa  il  17 agosto 2011 con  la crescita  in 
giudicato  della  decisione  dell'UFM  del  5 agosto 2011,  non  avendo 
l'interessata interposto ricorso contro la menzionata decisione notificatale 
l'8 agosto 2011;
che, in casu, codesto Tribunale rileva che l'insorgente non ha presentato, 
all'infuori  di  generiche  censure,  argomenti  o  prove  suscettibili  di 
giustificare una diversa valutazione  rispetto a quella di cui all'impugnata 
decisione (di non entrata nel merito della domanda d'asilo giusta l'art. 32 
cpv. 2 lett. e LAsi);
che, infatti, le allegazioni, s'esauriscono in mere affermazioni di parte non 
corroborate  da  alcun  elemento  della  benché  minima  consistenza,  in 
sostanza  per  le  ragioni  indicate  nel  provvedimento  litigioso,  cui  può 
essere rimandato;
che,  in  primo  luogo,  avendo  l'insorgente  affermato  che  i  motivi  d'asilo 
presentati  in prima procedura non sono veritieri,  vi  è d'attenersi a quelli 
indicati  durante  la  seconda  procedura;  che  l'allegazione  ricorsuale 
tendente  a  chiedere  un  esame  approfondito  delle  violenze  sessuali 
indicate  in prima procedura non trova seguito  in questa sede, posto che 
d'un  lato  la  ricorrente  non  ha  reiterato  detto  motivo  nella  presente 
procedura  e  dall'altro  le  allegate  violenze  sessuali  sono  state  ritenute 
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inverosimili  già  nella  prima  procedura;  che,  in  secondo  luogo,  dopo 
essere  espatriata  all'età  di  22 anni  in  Sudan,  avrebbe  fatto  rientro  in 
Etiopia in compagnia di un ragazzo, di cui tra l'altro non è stata in grado di 
fornire  le  generalità  complete,  che  avrebbe  umiliato  in  pubblico 
l'insorgente  raccontando  falsi  aneddoti  volti  a  screditare  la  sua 
reputazione;  che  quest'ultima,  alla  luce  di  quanto  accaduto  avrebbe 
deciso  di  espatriare  immediatamente  una  seconda  volta  (cfr.  verbale 1, 
pagg. 7  seg.);  che,  essendo  questo  il  principale  motivo  per  cui 
l'interessata  avrebbe  lasciato  il  Paese  d'origine  risulta  strano  che  la 
stessa  non  abbia  corroborato  tale  evento  adducendo  solo  vaghe 
dichiarazioni, per il che non è riuscita a renderlo verosimile; che, inoltre, i 
problemi  relazionali  che  la  ricorrente  avrebbe  riscontrato  con  la  propria 
famiglia  sono  manifestamente  irrilevanti  giusta  l'art. 3  LAsi 
(cfr.  verbale 1,  pag. 8);  che,  per  giunta,  il  fatto  di  non  aver  collaborato 
durante l'audizione federale sui motivi d'asilo nonostante la collaboratrice 
specialista dell'UFM le abbia ricordato a più riprese  l'importanza di detta 
audizione per  la sua domanda d'asilo, non giova alla  ricorrente al punto 
che  un  tale  comportamento  potrebbe  essere  letto  come  una  reticenza 
pianificata  nel  vano  intento  di  ottenere  prima  di  tutto  un  permesso  di 
soggiorno  piuttosto  che  una  protezione  da  parte  della  Svizzera  (cfr. 
verbale 1, pag. 4, verbale 2, pag. 1 e verbale 3, pag. 4); che, per il resto, 
si rinvia alla decisione dell'UFM;
che  quindi  non  soccorrono  di  certo  la  ricorrente  le  censure  ricorsuali 
illustrate  poc'anzi;  che,  infatti,  giusta  l'art. 8  LAsi,  il  richiedente  l'asilo  è 
tenuto a collaborare all'accertamento dei fatti; che, nel caso in cui questo 
non  avvenisse  non  è  di  regola  compito  dell'UFM  colmare  dette  lacune; 
che, di conseguenza la collaboratrice specialista dell'UFM a buon diritto e 
vista  la  reticenza  dell'insorgente,  si  è  trovata  costretta  ad  interrompere 
l'audizione  federale;  che,  a  titolo  abbondanziale,  si  osserva  che  la 
ricorrente,  essendo  stata  rappresentata  durante  tutta  la  seconda 
procedura  d'asilo,  piuttosto  che  pretendere  dall'UFM  una  perizia 
psichiatrica  dell'interessata,  avrebbe  potuto  avvalersi  dell'aiuto  del 
rappresentante per ottenere più facilmente detta perizia;
che non vi è dunque luogo di restituire gli atti di causa all'UFM per ulteriori 
indagini;
che, alla  luce di quanto evocato, v'è dunque ragione di concludere che i 
motivi  fatti  valere  dall'insorgente  nell'ambito  della  procedura  in  esame 
sono  inverosimili  e  rasentano  l'abuso  processuale,  nonché,  in  tutta 
evidenza, non costituiscono di per sé, un  indizio proprio a giustificare  la 
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qualità di rifugiato ai sensi dell'art. 3 LAsi, tanto meno determinante per la 
concessione della protezione provvisoria;
che,  di  conseguenza,  l'UFM  ha  rettamente  considerato  che  i  fatti 
nuovamente addotti dalla ricorrente nella presente procedura d'asilo, non 
sono  propri  a  motivare  la  qualità  di  rifugiato  o  determinanti  per  la 
concessione della protezione provvisoria;
che, da quanto esposto, discende che in materia di non entrata nel merito 
il ricorso, destituito d'ogni e benché minimo fondamento, non merita tutela 
e la decisione impugnata va confermata;
che  l'insorgente  non  adempie  le  condizioni  in  virtù  delle  quali  l'UFM 
avrebbe dovuto astenersi dal pronunciare l'allontanamento dalla Svizzera 
(art. 14  cpv. 1  e 2 ed art. 44  cpv. 1  LAsi  nonché art. 32 dell'ordinanza 1 
sull'asilo  relativa  a  questioni  procedurali  dell'11 agosto 1999  [OAsi 1, 
RS 142.311]; DTAF 2009/50 consid. 9);
che  l'esecuzione  dell'allontanamento  è  regolamentata  all'art. 83  della 
legge  federale  sugli  stranieri  del  16 dicembre  2005  (LStr,  RS 142.20), 
giusta  il  quale  l'esecuzione  dell'allontanamento  dev'essere  possibile 
(art. 83 cpv. 2  LStr),  ammissibile  (art. 83  cpv. 3  LStr)  e  ragionevolmente 
esigibile (art. 83 cpv. 4 LStr);
che non emergono dalle carte processuali elementi da cui desumere che 
l'esecuzione  dell'allontanamento  dell'insorgente  in  Etiopia  possa  violare 
l'art. 25 cpv. 2 della Costituzione federale della Confederazione Svizzera 
del  18 aprile  1999  (Cost.,  RS 101),  l'art. 33  della  Convenzione  sullo 
statuto  dei  rifugiati  del  28 luglio  1951  (Conv., RS 0.142.30),  l'art. 5  LAsi 
(divieto  di  respingimento)  nonché  l'art. 83  cpv. 3  LStr  o  esporre  la 
ricorrente  in  patria  al  rischio  reale  ed  immediato  di  trattamenti  contrari 
all'art. 3  CEDU  o  all'art. 3  della  Convenzione  contro  la  tortura  ed  altre 
pene  o  trattamenti  crudeli,  inumani  o  degradanti  del  10 dicembre 1984 
(Conv. tortura, RS 0.105);
che,  in  considerazione  di  quanto  indicato  poc'anzi,  l'esecuzione 
dell'allontanamento  è  ammissibile  (art. 83  cpv. 3  LStr  in  relazione 
all'art. 44 cpv. 2 LAsi);
che,  inoltre,  la  situazione  vigente  in  Etiopia  non  è  caratterizzata  da 
guerra,  guerra  civile  o  violenza  generalizzata  che  coinvolga  l'insieme 
della popolazione nell'integralità del territorio nazionale;
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che,  quanto  alla  situazione  personale  della  ricorrente,  ella  è  giovane  e 
vanta  un'esperienza  lavorativa  come  domestica  (cfr.  verbale 1,  pagg. 3 
seg.  e  10);  che,  inoltre,  ella  dispone  di  una  discreta  rete  familiare  e 
sociale in Patria, dove vivono segnatamente i genitori e diversi zii e dove 
la ricorrente vi ha vissuto per 22 anni (cfr. verbale 1, pagg. 1 e 5);
che,  in  aggiunta,  l'insorgente  non  ha  preteso  nel  gravame  di  soffrire  di 
gravi  problemi  di  salute  che  possano  giustificare  la  sua  ammissione 
provvisoria  (cfr.  Giurisprudenza  ed  informazioni  della  Commissione 
svizzera di ricorso in materia d'asilo [GICRA] 2003 n. 24) senza che da un 
esame  d'ufficio  degli  atti  emerga  la  necessità  di  una  permanenza  in 
Svizzera per motivi medici; che, inoltre, i problemi psichici allegati nell'atto 
ricorsuale  non  sono  stati  circostanziati  né  corroborati  da  alcun 
fondamento oggettivo;
che,  pertanto,  l'esecuzione  dell'allontanamento  della  ricorrente  nel  suo 
Paese  d'origine  è  ragionevolmente  esigibile  (art. 83 cpv. 4  LStr  in 
relazione all'art. 44 cpv. 2 LAsi);
che,  infine,  non  risultano  impedimenti  neppure  dal  profilo  della 
possibilità  dell'esecuzione  dell'allontanamento  (art. 83  cpv. 2  LStr  in 
relazione  all'art. 44  cpv. 2  LAsi);  che  l'insorgente,  usando  della 
necessaria  diligenza,  potrà  procurarsi  ogni  documento  indispensabile  al 
rimpatrio 
(cfr.  DTAF  2008/34  consid. 12);  che  l'esecuzione  dell'allontanamento  è 
dunque pure possibile;
che  ne  discende  che  l'esecuzione  dell'allontanamento  è  ammissibile, 
ragionevolmente esigibile e possibile;
che,  di  conseguenza,  anche  in  materia  d'allontanamento  e  relativa 
esecuzione, il gravame va disatteso e la querelata decisione dell'autorità 
inferiore confermata;
che  l’UFM  con  la  decisione  impugnata  non  ha  pertanto  violato  il  diritto 
federale  né  abusato  del  suo  potere  d’apprezzamento;  che  esso  non ha 
accertato in modo inesatto o incompleto i fatti giuridicamente rilevanti ed 
inoltre  la decisione non è  inadeguata (art. 106 LAsi), per  il che  il  ricorso 
va respinto;
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che,  avendo  il  Tribunale  statuito  nel  merito  del  ricorso,  la  domanda 
d'esenzione dal versamento d'un anticipo equivalente alle presunte spese 
processuali è divenuta senza oggetto;
che, visto l'esito della procedura le spese processuali, di CHF 600.–, che 
seguono  la  soccombenza,  sono  poste  a  carico  della  ricorrente  (art. 63 
cpv. 1  e  5  PA  nonché  art. 3  lett. a  del  regolamento  sulle  tasse  e  sulle 
spese  ripetibili  nelle  cause  dinanzi  al  Tribunale  amministrativo  federale 
del 21 febbraio 2008 [TS­TAF, RS 173.320.2]);
che  la  presente  decisione  non  concerne  persone  contro  le  quali  è 
pendente una domanda d’estradizione presentata dallo Stato che hanno 
abbandonato in cerca di protezione (art. 83 lett. d cifra 1 LTF);
che  la  decisione  non  può  essere  impugnata  con  ricorso  in  materia  di 
diritto pubblico dinanzi al Tribunale federale (art. 83 lett. d LTF);
che la pronuncia è quindi definitiva.
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Per  questi  motivi,  il  Tribunale  amministrativo  federale 
pronuncia:
1. 
Il ricorso è respinto.
2. 
Le spese processuali, di CHF 600.–, sono poste a carico della ricorrente. 
Tale  ammontare  dev'essere  versato  alla  cassa  del  Tribunale 
amministrativo  federale,  entro  un  termine  di  30  giorni  dalla  spedizione 
della presente sentenza.
3. 
Questa  sentenza  è  comunicata  alla  ricorrente,  all'UFM  e  all'autorità 
cantonale competente.
Il giudice unico: La cancelliera:
Daniele Cattaneo Zoe Cometti
Data di spedizione: